Tre anni dopo. Dossier sui tagli nel triennio

Pubblichiamo, in allegato, il dossier, elaborato della Cisl Scuola nazionale, sui tagli di personale subiti dalla scuola statale in questi ultimi tre anni.
I dati che abbiamo raccolto sono di per sé eloquenti nel descrivere la pesantezza dei tagli subiti dalla scuola in un triennio. Sono dati riguardanti i docenti, ma è noto che altrettanto e più duramente sono stati colpiti gli organici del personale a.t.a..
Tante volte abbiamo denunciato le conseguenze di interventi che:
- hanno reso più gravose le condizioni di lavoro del personale
- hanno determinato una vera e propria emergenza occupazionale, rendendo indispensabili le misure cosiddette “salva precari”
- hanno condizionato in negativo i pur necessari processi di riforma della secondaria
- hanno messo in crisi, nella primaria, assetti consolidati e collaudati della didattica, fondamento di buone performance riconosciute anche in ambito internazionale.
Questi tagli la scuola non li regge. Lo si vedrà a breve, nel momento in cui saranno gli uffici scolastici regionali a dover far quadrare i conti col reale fabbisogno, che la CISL Scuola assume come obiettivo da salvaguardare con assoluta priorità.
Alla scuola va dato in ogni caso, e quanto prima, il segnale di un deciso cambiamento di rotta: chi ci lavora non può continuare a farlo in un clima di preoccupazione e disagio, ha bisogno di sentirsi operatore di un servizio su cui si investe, di cui si riconoscono l’importanza e il valore.
Investire sulla scuola, perché di questo ha bisogno il Paese per darsi prospettive di ripresa e di crescita: e la stabilità degli organici, da anni costantemente negata, è la prima garanzia che va data per rendere credibile l’impegno a sostenere e accrescere la qualità del nostro sistema di istruzione.
Stabilizzare il lavoro: ci sono margini per recuperare occasioni di lavoro, ce ne sono per renderlo stabile, riducendo al minimo indispensabile l’area del lavoro precario, puntando a coprire con personale di ruolo, come chiediamo da tempo, tutti i posti vacanti e disponibili.
Valorizzare il lavoro: è un dovere verso una categoria le cui retribuzioni sono da tutti riconosciute come inadeguate e alla quale vanno assicurate vere opportunità di crescita professionale, su cui è indispensabile aprire un serio e approfondito confronto.
Francesco Scrima